di Caterina Rubbioli
Vi è mai capitato di dover telefonare o mandare una mail ad un professionista dicendo cose come “Ho letto su internet questa notizia…” oppure “Al telegiornale hanno detto che…” oppure ancora “Al bar ho sentito dire che…”?
Queste sono solo alcune delle “strampalate” affermazioni che nel tempo il nostro studio si è abituato a sentire o a leggere e, di conseguenza, affermazioni che, spesso, abbiamo dovuto smentire o spiegare meglio. Effettivamente, la curiosità di molti nostri clienti, o di alcuni dei loro dipendenti, spesso e volentieri nasce da notizie che si possono tranquillamente leggere sui social, sentire al telegiornale o, addirittura, sentire al bar prendendo un caffè una mattina come tante.
Che queste notizie siano vere o siano solo delle fake news, per usare un termine inglese, poco importa. L’importante è capire se la busta paga, in fondo al mese, sarà più corposa di quella del mese prima! Perché alla fine, sempre di soldi, agevolazioni ed incentivi si parla all’inizio di ogni nuovo anno.
Battute a parte, perché abbiamo iniziato l’articolo con questa premessa? Perché l’approvazione, a fine 2024, della nuova Legge di Bilancio ha portato alcuni cambiamenti che non sono passati inosservati, specialmente tra le persone più attente e meticolose nel leggere la propria busta paga.
Per inciso, la Legge di Bilancio è una Legge della Repubblica Italiana con la quale viene approvato il Bilancio dello Stato. Essa è lo strumento previsto dalla nostra Costituzione attraverso il quale il Governo, con un documento contabile di tipo preventivo, comunica al Parlamento le spese pubbliche e le entrate previste per l’anno successivo, in base alle leggi vigenti. Con tale Legge, non sono previste introduzioni di nuovi tributi o nuove spese, anzi, in taluni casi sono previsti degli sgravi che possono interessate i contribuenti italiani.
Oggi vogliamo darvi, quindi, qualche “pillola”, qualche piccolo e semplice aggiornamento per dirvi quali sono gli elementi che sono cambiati nelle buste paga a cavallo tra il 2024 e il 2025, cosa resterà immutato rispetto all’anno scorso e cosa, invece, scomparirà.
Riduzione del c. d. “Cuneo Fiscale”
Per cercare di alleggerire le imposte che i singoli contribuenti devono versare nelle casse dello Stato, la Legge di Bilancio 2025 ha previsto, in favore dei titolari di reddito di lavoro dipendente con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro, il riconoscimento di una somma che non concorre alla formazione del reddito, determinata applicando al reddito di lavoro dipendente la corrispondente percentuale di seguito indicata:
– 7,1%, se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro;
– 5,3%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro ma non a 15.000 euro;
– 4,8%, se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro.
Questo, in parole povere, significa che se abbiamo, ad esempio, un reddito di 13.500 euro, durante l’anno 2025 riceverò dal mio datore di lavoro un importo aggiuntivo al mio stipendio netto di circa 715,50 euro, suddivisi su 12 mesi. Bella notizia, no? Ma questi soldi il mio datore di lavoro come li recupera dallo Stato? Semplice: si vedrà riconosciuto uno sconto (in termini tecnici, avrà diritto ad una compensazione) nel modello F24 con cui versa i contributi e le imposte ogni mese agli enti preposti alla loro riscossione.
Ma se il nostro reddito supera i 20.000 euro cosa succede? Non ci spetta nulla?
In questo caso, non si ha diritto ad una somma aggiuntiva, come previsto dall’art. 1 della L. di Bilancio, ma avremo diritto ad una ulteriore detrazione dell’imposta lorda, che si andrà ad aggiungere a quella di lavoro dipendente e a quelle per familiari a carico (se previste), così calcolata:
– in caso di reddito complessivo superiore a 20.000 euro ma inferiore a 32.000 euro, l’ulteriore detrazione ammonterà a 1.000 euro annui;
– in caso di reddito complessivo superiore a 32.000 euro ma non superiore a 40.000 euro, l’ulteriore detrazione di 1.000 euro annui verrà riproporzionata in base al reddito complessivo di nostra competenza, fino all’azzeramento con il raggiungimento dei 40.000 euro.
I più attenti avranno sicuramente notato che, rispetto alle buste paga del 2024, la voce “Esonero contributivo IVS” è venuta meno, essendo stata sostituita dalla riduzione del Cuneo Fiscale suddetta. I due esoneri sono, infatti, alternativi: l’esonero IVS, che era stato riconosciuto ai dipendenti che avevano determinati requisiti contributivi, con la Legge di Bilancio del 2023 e del 2024, e che prevedeva una riduzione sui contributi previdenziali a carico dei dipendenti, è venuto meno, in sostituzione di questa nuova forma di esonero, non più previdenziale ma bensì fiscale.
Nulla, invece, è cambiato per il Trattamento Integrativo (ex Bonus Renzi), che anche per il 2025 viene confermato e che ne possono beneficiare coloro che hanno un reddito compreso tra gli 8.500 euro e i 15.000 euro.
Detrazioni per familiari a carico
Altra importante novità riguarda le detrazioni per familiari a carico, in particolar modo la detrazione che riguarda i figli maggiori di 21 anni: viene riconosciuta per coloro che hanno compiuto i 21 anni di età ma non hanno superato i 30 anni, purché siano a carico, ovvero, percepiscano un reddito che non superi i 2.840,51 euro.
Il requisito reddituale viene elevato a 4.000 euro nel caso di figli con età compresa tra 21 e 24 anni di età, e ciò resta invariato rispetto al 2024.
Si ricorda, infine, che per quanto riguarda i figli minori di 21 anni interviene l’assegno unico ed universale, che sarà erogato al richiedente a seguito di apposita presentazione della domanda all’Inps.
Interessanti novità riguardano anche le detrazioni per altri familiari a carico:
- la detrazione per altri familiari a carico spetta solo ed esclusivamente se con riferimento ai familiari ascendenti che convivono con il contribuente;
- le detrazioni per familiari all’estero spettano solo ai contribuenti che sono cittadini italiani soggiornanti in uno Stato dell’Ue o di uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE).
Esonero madri e congedo parentale
Importanti novità anche sul fronte dei nuclei familiari, in quanto viene confermato l’esonero madri mentre vengono apportate novità alla gestione del congedo parentale, ma andiamo in ordine.
Dal 2025, le lavoratrici madri di 2 o più figli avranno diritto all’esonero fino al compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo, mentre dal 2027 le madri lavoratrici di 3 o più figli avranno diritto all’esonero fino al 18° anno di età del più piccolo. Ovviamente, resta invariato il limite reddituale dei 40.000 euro ai fini previdenziali: quindi, al superamento di questa soglia, la madre non avrà diritto ad usufruire questo esonero.
Per quanto riguarda il congedo parentale, si ricorda che coloro che hanno terminato il periodo di maternità, o paternità, dopo il 31 dicembre 2023, hanno diritto a due mesi di congedo parentale all’80% da usufruire entro il 6° anno di vita del bambino; mentre coloro che hanno terminato il periodo di maternità, o paternità, dopo il 31 dicembre 2024, hanno diritto ad un solo mese di congedo parentale indennizzato all’80%.
E voi, eravate già al corrente di tutte queste novità?
Restate connessi se siete curiosi di ricevere altre “chicche” che, attraverso il nostro blog, vi proporremo mensilmente!