di Valentina Deidda, una giovane apprendista del nostro Studio.

Nel mondo del lavoro contemporaneo, dove il potere di un “clic” può aprire porte inaspettate, la prima impressione può fare la differenza tra un’opportunità colta e una mancata. Non parliamo solo di competenze tecniche o di esperienze professionali: l’aspetto, la presenza online e persino dettagli altrimenti trascurabili, come la cura personale, contribuiscono a plasmare l’idea che un addetto alla ricerca e selezione del personale si fa di noi.

In questo articolo, scritto a mo’ di fiaba, racconteremo la storia di Federico – un candidato immaginario con un curriculum vitae promettente – e il suo incontro con Pamela.

C’erano una volta…

un ufficio, con tante finestre che si affacciavano su un mondo pieno di opportunità professionali, una recruiter di nome Pamela e un giovane di grandi speranze  chiamato  Federico,  che si accingeva a varcarne la soglia. Il suo curriculum era uno scrigno di competenze tecniche e di esperienze affascinanti, tuttavia, Pamela notò alcune particolarità: Federico indossava un completo elegante, ma il suo modo di proporsi tradiva un nervosismo palpabile e lo accompagnava un forte odore di aglio, che si diffondeva man mano che lui avanzava. Pensò subito che questo l’avrebbe distolta dalla concentrazione necessaria al colloquio di selezione che stava per cominciare. Pamela, per esperienza, sapeva che le prime impressioni non si costruiscono solo con le parole del CV  ma anche con altri dettagli che parlano di noi in modo indiretto. Il suo istinto le diceva che Federico aveva una storia importante da raccontare, ma l’immagine che stava proiettando rischiava di offuscare il suo messaggio. Lo invitò dunque a sedersi e a parlare di sé.

Dopo che Federico ebbe finito di esporre le sue esperienze, Pamela gli fece notare che il suo profilo LinkedIn era scarno, privo di dettagli che potessero dare vita al suo excursus professionale e personale, e gli disse  «Se il tuo profilo LinkedIn è vuoto come un castello desolato, non puoi sperare di attrarre l’attenzione».

Ma non era tutto. Pamela, con la curiosità di una ‘detective del lavoro’, decise di dare un’occhiata agli altri profili social di Federico: riportavano interventi pieni di rancore e di disprezzo verso determinate categorie. In altre parole, Federico stava sprecando il suo potenziale. Pamela sapeva, invece, che il personal branding è un insieme di scelte quotidiane che definiscono chi siamo e come gli altri ci percepiscono. Ogni commento, ogni abbigliamento, ogni interazione online contano. Con gentilezza e delicatezza, Pamela decise di condividere con Federico una lezione fondamentale:

«Il personal branding è un viaggio» gli spiegò Pamela. «Non si tratta solo di mostrare le tue competenze tecniche, ma di saper comunicare i tuoi valori fondamentali. Dobbiamo curare non solo il nostro aspetto fisico, ma anche la nostra presenza nel web. Questo è ciò che ci distingue in un mare di candidati»

«Non avevo mai pensato ai miei profili social in questo modo» ammise Federico.

«Ogni volta che pubblichi qualcosa, stai raccontando una storia» continuò Pamela. «È fondamentale che quella storia rispecchi chi sei davvero. Le parole che scegli, l’atteggiamento che mostri, tutto contribuisce a costruire la tua reputazione. E ricorda, la prima impressione è spesso quella che conta.»

Col passare dei giorni, Federico iniziò a lavorare sulla sua immagine. Prese sul serio le parole di Pamela. Ristrutturò il suo profilo Linkedin, aggiunse dettagli significativi e cominciò a pubblicare contenuti che mostrassero le sue competenze, ma anche la sua passione per il lavoro che voleva fare. Iniziò a riflettere su come comunicare in modo positivo sui social media, spostando il suo focus dai contenuti negativi a messaggi che ispirassero positività. In breve tempo, Federico si trasformò. Non era più il giovane poco curato che era entrato nell’ufficio di Pamela. Era diventato un candidato sicuro, consapevole del suo valore e pronto a conquistare il mondo del lavoro.

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La storia di Federico è un’avventura che ci insegna quanto, in un mondo così competitivo, non possiamo trascurare il modo in cui ci presentiamo agli altri. L’atteggiamento, l’aspetto e la reputazione online sono tutti elementi che contribuiscono a costruire il nostro destino professionale.

Nel nostro mondo, ogni colloquio di lavoro è un’opportunità per scrivere un nuovo capitolo della nostra storia. Ma come vogliamo essere ricordati? Come protagonisti di una fiaba che ispiri certezze o  come semplici comparse nel racconto di qualcun altro?

Ecco alcune lezioni che possiamo imparare dalla storia di Federico:

  1. Cura il tuo aspetto: La cura personale è una questione di rispetto, non solo verso se stessi ma anche verso chi ci circonda. Presentarsi a un colloquio curati e con un abbigliamento adeguato dimostra attenzione ai dettagli e rispetto per l’interlocutore.
  2. Costruisci un profilo LinkedIn completo: Linkedin è una delle piattaforme più importanti per la ricerca di lavoro. Un profilo ben curato, con informazioni dettagliate e aggiornate, è essenziale per fare una buona impressione. Non trascurare questa parte, perché spesso è il primo biglietto da visita che un selezionatore vede.
  3. Gestisci i tuoi social media con attenzione: I contenuti che pubblichi sui tuoi profili personali possono influenzare pesantemente la percezione che gli altri hanno di te. Evita di condividere post polemici, provocatori o che possano essere considerati offensivi. Usa i social media in modo professionale, anche nella sfera privata.
  4. Sii autentico: Durante il colloquio, mostrati per quello che sei, senza cercare di essere qualcuno che non sei. Un approccio sincero e genuino è sempre apprezzato, e ti aiuterà a costruire una connessione più forte con il tuo interlocutore
  5. Aggiorna costantemente la tua presenza online: Il personal branding, che altro non è se non l’impronta personale, non si costruisce in un giorno. È un processo continuo, che richiede costante attenzione. Mantieni aggiornati i tuoi profili online, partecipa a discussioni professionali e condividi contenuti che riflettano le tue competenze e il tuo impegno nel settore di interesse. Trovare lavoro non dipende solo dalle competenze tecniche, ma anche da come ci presentiamo al mondo. Ogni dettaglio, può fare la differenza.

Se stai cercando lavoro e sei disoccupato e, soprattutto, vuoi evitare gli errori di Federico, vieni a trovarci nella nostra Agenzia per il lavoro “Siena1 Fondazione Lavoro”. Con il programma Garanzia Occupabilità Lavoratori (GOL), ti aiuteremo a riscoprire il tuo potenziale, a migliorare la tua immagine professionale e riscriveremo la tua storia per trovare il lavoro che meriti!

 

 

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